Cosa fa il Milanese DOC quando d’inverno si avvicina il weekend? Va a sciare, ovviamente! Gomme da neve, crema da sole e si parte per Courma! Ma viste le “poco gioiose” previsioni per il weekend in arrivo, vi proponiamo un assaggio di montagna pur rimanendo con i piedi sull’asfalto! Ebbene sì, anche questo è possibile a Milano.
No, non vi stiamo proponendo di andare con lo slittino tra il fango dell’Idroscalo, e nemmeno di sfoggiare il vostro ultimo completo da sci Moncler durante la settimana della moda, bensì di addentare dei croccantissimi Sciatt.
Si, Sciatt. Li conoscete? Se la risposta è no dovete subito rimediare con un weekend in Valtellina… altrimenti affidatevi al nostro articolo sull’omonimo ristorante!
Ci troviamo alle spalle di Eataly, dietro Corso Como, nel pieno del fervore di Piazza XXV Aprile. Entrare da Sciatt à porter è un po’ come andare a cena nella casa di montagna degli amici di famiglia, accolti da un ambiente tipicamente “montanaro”, dove le sedie sono ricoperte da ecopellicce, gli sgabelli in finta erba e qualche tronco d’albero sparso qua e là.
Appena accomodati ci viene presentato un simpatico cestino di vimini pieno di stoffe coloratissime per… scegliere il tovagliolo! Un’usanza mai incontrata prima, che ci è sembrata subito un’idea molto carina per accogliere gli ospiti.
A seguire arriva il menù, scritto a mano su un grande foglio giallo di carta riciclata. Non il massimo dell’estetica, qualche ditata un po’ unta, ma lo spirito si riprende velocemente leggendo le golosissime proposte! Qui si trovano tutti i piatti tipici della tradizione valtellinese; si spazia quindi dagli ormai famosi Sciatt, agli immancabili Pizzoccheri, passando per lo Tzigeuner, i Chisciöi e il Taroz con rosti düsch. Si lo so, vi si è già impastata la lingua solo a leggerli, ma vi assicuro che le vostre papille gustative sarebbero molto felici di provarli tutti!
Noi abbiamo provato gli Sciatt (in dialetto valtellinese “rospi”), delle palline croccanti di grano saraceno con un cuore filante di formaggio, in questo caso il Bitto, tipico delle zone. Buttate nell’olio bollente e servite caldissime… Neanche vi descrivo la goduria. A seguire una morbida polenta mantecata con burro e formaggio, classica e molto buona: diciamo leggermente più leggera della versione valdostana dove invece burro e formaggio fanno da importanti co-protagonisti. Come portata principale, Pizzoccheri e Taroz con rosti düsch. Partiamo da quest’ultimi. I Taroz sono un tipico piatto della cucina povera valtellinese, a base di patate cotte, fagiolini, formaggio e un po’ di burro. Il risultato è una specie di purè di queste due verdure, che ci è stato servito con della cipolla caramellata sopra: un’ottima scoperta. Ma eccoci giunti al piatto principe di questa valle, i pizzoccheri. La pasta è chiaramente preparata a mano con la farina di grano saraceno, che va ad amalgamarsi con formaggio Casera, patate, verze, burro, formaggio grattugiato, aglio e una spruzzata di pepe. (Nella mia ricetta ci metto anche qualche fogliolina di salvia mentre rosolo il burro con l’aglio, ma non vorrei mai scontrarmi con l’Accademia del Pizzocchero! Che esiste davvero eh). Il tutto servito in un tegame di rame, chiuso da un coperchio e con due grandi cucchiai di legno. I pizzoccheri vengono rimescolati, fumanti, appena arrivano in tavola, serviti, e poi ricoperti per mantenerli ben caldi. Decisamente perfetti e gustosissimi.
Per concludere dolcemente, una porzione di bisciola al mirtillo e una di tortino di mele con panna. Dolci caserecci, abbastanza soffici, ma sicuramente non la specialità della casa.
Che dire… Non vi è venuta voglia di una cenetta in montagna con un buon calice di vino rosso davanti a un camino scoppiettante? A noi sì, quindi corriamo a fare le valige per il weekend! E non vediamo l’ora di tornare in questo angolo di Valtellina milanese per poter assaggiare tutte le specialità che non siamo riusciti a gustare. Livello massimo di calorie (settimanalmente!) consentite, raggiunto in una sola sera!
Sciatt à Porter Viale Monte Grappa, 18, 20124 Milano
Photo Credits @martabevy